Spiegare l’autismo attraverso le fiabe

Spiegare l’autismo attraverso le fiabe

Esiste una condizione che comporta non poche difficoltà nel rapportarsi al mondo, alle situazioni, alle persone: si chiama autismo.

E’ molto complesso spiegare cosa sia l’autismo ad altri bambini: fratelli, cugini, compagni di scuola, amici. Il modo più delicato ed efficace per farlo è utilizzare le fiabe.

Gli argomenti del post

Da questa considerazione nascono due libri di Tiziana Capocaccia, psicologa e scrittrice.

Le favole

Il racconto fiabesco ci permette di affrontare una situazione, un tema, un accadimento in una maniera speciale e protetta. Questo succede perché quando usiamo il linguaggio delle fiabe noi usiamo il linguaggio della fantasia e quello della metafora.

Abbiamo in questo modo accesso ad un universo di infinite possibilità e lo abbiamo con una “distanza di sicurezza psicologica” che ci mette al sicuro da possibili disagi.

Questo è possibile perché il tempo e lo spazio della fiaba non sono nel “qui ed ora” della nostra vita presente, ma sono in un “là” e in “un allora” che ci protegge.

Il “C’era una volta…”, in tutte le sue anche più moderne declinazioni fiabesche possibili, ci permette di dire tutto quello che possiamo avere bisogno di comunicare, ponendoci ad una distanza che ci concede di farlo senza urtare la sfera emotiva di chi ascolta.

Oltre alla distanza del tempo indefinito, accorre in nostro aiuto anche l’uso della metafora, un linguaggio delicato per parlare anche del tema più difficile e doloroso. Si tratta di un mezzo di potente efficacia che ci permette di parlare anche ai bimbi più piccini, arrivando a far capire loro concetti che sarebbe altrimenti se non impossibile, di sicuro molto difficile comunicargli.

Il gattino blu

Nella favola l’autismo è un colore diverso, che rende tutto differente. Si tratta del gattino Blu.

Il gattino Blu è un ebook edito dalla medusa editrice e reperibile presso la casa editrice stessa.

“Nella famiglia Miao ci sono mamma gatta, papà gatto e i figli micetti: Flit che è bianco come la mamma, Birba che è grigio come il papà, Nana che è un po’ bianca e un po’ grigia e poi c’è Blu che è, appunto, di colore blu.

Un gatto tutto blu, bisogna dirlo, nessuno se lo aspettava e, per aggiungere strano allo strano, il suo essere blu lo rende particolare. Essere blu per un gattino fa proprio una gran differenza….”.

Attraverso la metafora del gattino di un colore diverso i bambini prendono confidenza col concetto di differenza, di un qualcosa che una persona è che può rendere tutto differente per quella persona e per chi si trova ad interagire con questa persona quotidianamente.

Entrare in relazione

Un altro concetto che si può comunicare ai piccoli è che è possibile entrare in relazione con i loro amici con autismo e comunicare con loro, anche quando loro non parlano.

Questo modo di comunicare speciale è l’uso delle immagini. Tiziana Capocaccia ha scritto così la storia di Cippilù, lo scoiattolino del pianeta blu.

Cippilù non riesce a capire il mondo attorno a lui. Gli altri scoiattolini fanno fatica a capire cosa pensa e prova Cippilù. finché una scoiattolina ha un’idea fantasiosa: fare un disegno.

La comunicazione per immagini è una comunicazione non verbale alternativa utilissima per le persone con autismo. Far capire ai bambini che possono usare le immagini per comunicare con il loro amico speciale è molto importante.

Nasce a questo scopo: Cippilù, lo scoiattolo del pianeta blu, che è un ebook gratuito auto-prodotto reperibile online.

Due libri utili non solo ai bambini, anzi…

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