Morbillo: un virus di cui si può morire

Morbillo: un virus di cui si può morire

Il morbillo è un’infezione estremamente pericolosa. Encefaliti croniche e letali a causa del morbillo sono più frequenti di quanto non si credesse.

Tra i bambini che contraggono la malattia sotto i dodici mesi possono verificarsi in un caso su 600.

Il morbillo è una malattia infettiva delle vie respiratorie. E’ causata da un virus che provoca un’eruzione cutanea su tutto il corpo.

I primi sintomi sono del tutto simili a quelli dell’influenza: tosse, febbre, naso che cola. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca e poi puntini di colore rosso sul corpo.

E’ diffuso in tutto il mondo, sebbene sia molto meno comune laddove esistono adeguati sistemi di vaccinazioni. Nei paesi a clima temperato colpisce i bambini verso la fine dell’inverno e in primavera.

La notizia del momento è un importante aumento dei casi di morbillo in Italia. In questo inizio di 2017 sono stati registrati in Italia quasi gli stessi casi di morbillo di tutto il 2016.

A fronte degli 884 segnalati in tutto lo scorso anno, da gennaio a oggi ne sono stati individuati più di 700. Un preoccupante aumento di oltre il 230%.

La causa di questo incremento, del tutto previsto, è il rifiuto da diversi anni di praticare la vaccinazione contro questa malattia da parte di alcuni genitori.

L’infezione nei bambini

Il morbillo è una malattia altamente contagiosa. Colpisce più spesso i bambini tra 1 e 3 anni. Nella maggior parte dei bambini non è pericoloso per la salute dei piccoli pazienti. Non presenta sintomi gravi.

Circa il 30% dei casi di morbillo può sviluppare una o più complicanze. Quelle più comuni sono dovute a superinfezioni batteriche (laringite, polmonite, otite, diarrea). Cioè infezioni concomitanti di altri agenti patogeni.

Vi sono poi le complicanze legate direttamente all’azione del visrus del morbillo: diarrea (8%), otite media (7%) e polmonite (6%). 

Le complicanze  si presentano con una maggiore frequenza nei bambini con meno di 5 anni o nei soggetti con più di 20 anni. 

Morbillo: i rischi letali

Tra le complicanze del morbillo vi sono quelle sul sistema nervoso centrale. Il virus ha un trofismo particolare per le cellule nervose. Cioè tende ad invadere il sistema nervoso.

Le principali complicanze sul sistema nervoso centrale sono la panencefalite subacuta sclerosante e la encefaliti.

La panencefalite subacuta sclerosante è un’encefalite progressiva cronica che si sviluppa 6-8 anni dopo l’infezione da Morbillo e con esiti mortali nel giro di circa 24-36 mesi dalla diagnosi.

Questa temibile complicanza si rivela più diffusa di quello che si poteva pensare. Lo dice uno studio dell’Università della California (Ucla) che ha esaminato i dati di una grande epidemia di Morbillo in California intorno al 1990.

Un precedente studio tedesco spiegava che nella fascia di età sotto i 5 anni solo un bimbo su 1.700 contagiati da Morbillo poteva contrarre panencefalite subacuta sclerosante.

La ricerca americana ha messo in luce un tasso di uno su 1.387 contagiati sotto cinque anni e 1 su 600 per i bambini sotto i 12 mesi.

Il morbillo può portare anche ad encefaliti acute. Questa si può verificare di solito da 2 giorni a 3 settimane dopo l’inizio dell’eruzione cutanea. Spesso con febbre alta, mal di testa, vomito, rigidità nucale, convulsioni e coma.

In ¼ dei casi di encefalite acuta residua qualche forma di danno neurologico nel bambino o nell’adolescente che contrae l’infezione.

E’ stato stimato che ogni anno il morbillo causi tra i 30 ed i 100 decessi ogni 100 mila persone colpite. Sia in età infantile che in età adulta non è una patologia da sottovalutare.

Come avviene il contagio

Il morbillo è una delle malattie più trasmissibili. Una persona che ha contratto l’infezione è contagiosa da 1 a 2 giorni prima della comparsa dei sintomi. Fino a 5 giorni dopo l’eruzione cutanea.

Il virus viene trasmesso attraverso il muco nasale o le gocce di saliva espulse dopo un colpo di tosse o uno starnuto. Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni, dopodiché compare la febbre.

Sintomi del morbillo

I primi sintomi si possono confondere facilmente con quelli di un banale raffreddore: tosse secca, naso che cola, occhi rossi, con una febbre che diventa sempre più alta.

I primi giorni tende ad alzarsi sfiorando anche i 40°C e può durare fino ad 1 settimana. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca, le macchie di Köplik.

L’eruzione cutanea, invece, compare il 3° o 4° giorno e può avere una durata da 4 a 7 giorni. Composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo.

Dal 4° al 6° giorno i puntini iniziano a scomparire a partire dal collo e dopo circa altri 10 giorni il bambino è guarito. A volte, rimane una desquamazione della pelle per qualche giorno.

Quanto dura il morbillo?

Il morbillo dura tra i 10 e i 20 giorni.

Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita.

Morbillo negli adulti

Sebbene sia più diffuso tra i bambini, può colpire anche gli adulti non vaccinati. I sintomi con cui si manifesta sono gli stessi, la possibilità di complicazioni, tuttavia, può essere maggiore, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

Il morbillo può causare gravi conseguenze alla salute della persona. Purtroppo a causa di un calo nell’immunizzazione sono sempre di più quelle che arrivano a sperimentare complicazioni.

Esse sono di solito legate ad infezioni batteriche che sopravvengono a causa della debilitazione del corpo: otite media, laringite, diarrea, polmonite. Complicanze che in un anziano possono avere effetti devastanti.

Morbillo e sterilità

Il morbillo è considerato un fattore di rischio per la sterilità maschile. Spesso però se ne parla in modo incompleto.

Non spiegando che esso è da ritenere come tale se tra le conseguenze post malattia si sviluppano poi casi di orchite ed epididimite.

In entrambe le manifestazioni infatti vengono chiamati in causa i testicoli, gli organi che producono gli spermatozoi.

Morbillo in gravidanza

Se una donna contrae il virus durante i primi mesi di gravidanza, può andare incontro all’aborto spontaneo. La possibilità di un’infezione fetale è piuttosto rara e non sono noti effetti avversi dell’infezione sul feto.

Se la donna contrae il morbillo poco prima del parto, la probabilità che il bambino si ammali i primi giorni di vita è piuttosto alta.

Il vaccino

Per il morbillo non esistono cure specifiche ed è possibile solo trattare i sintomi. Paracetamolo per abbassare la febbre e sciroppi per calmare la tosse.

Tuttavia, sebbene non esista una cura specifica, è possibile prevenire la malattia con il vaccino.

Che è parte della vaccinazione morbillo-parotite-rosolia o della vaccinazione morbillo-parotite-rosolia-varicella somministrato dai 12 ai 15 mesi di età e di nuovo dai 4 ai 6 anni di età.

I neonati generalmente sono protetti dal morbillo per 6 mesi dopo la nascita grazie all’immunita trasmessa loro dalle madri. Poi entra in azione il vaccino.

La vaccinazione contro il morbillo è effettuata con 2 dosi, ha un’efficacia del 98 – 99 % e l’immunità dura tutta la vita. Non viene somministrata, invece, agli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva, e alle donne in gravidanza.

Nei casi in cui una donna gravida, non immune al morbillo, si dovesse trovare esposta al rischio di contagio, la prassi prevede una somministrazione di anticorpi specifici contro il virus del morbillo.

Sicurezza del vaccino

Va sottolineato come il vaccino contro il morbillo, come gli altri vaccini, sono sicuri.

Per la vaccinazione del morbillo da anni si è dimostrato che non c’entra nulla con l’autismo.

Permane però in parte dell’opinione pubblica italiana una forte paure nei confronti di questa e di altre vaccinazioni. Sono tutti miti da sfatare con forza.

Italia, allarme morbillo

In Italia negli ultimi anni si è assistito ad una riduzione della copertura vaccinale al di sotto del livello di guardia. Qual livello che protegge tutta la popolazione dal ricircolo del virus.

Proprio in Italia le preoccupazioni sull’abbandono delle vaccinazioni ha provocato interventi ad alto livello, come quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di tutte le società scientifiche, del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.

E’ necessario vaccinare tutti e creare immunità di gregge in modo da proteggere le persone più vulnerabili e quelle a maggior rischio complicanze.

Come già accennato in questo inizio di 2017 sono stati registrati in Italia quasi gli stessi casi di morbillo di tutto il 2016. A fronte degli 884 segnalati in tutto lo scorso anno, da gennaio a oggi ne sono stati individuati più di 700. Un preoccupante aumento di oltre il 230%.

Viste le complicanze del morbillo, bisogna avere paura della malattia e non della vaccinazione

Nonostante il Piano di eliminazione del morbillo sia partito nel 2005 e la vaccinazione sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo nei bambini a 24 mesi è stata dell’85,3%, ancora lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione.

Bisogna vaccinare tutti i bambini, perché se li vacciniamo le malattie infettive come il morbillo non circoleranno più e saremo tutti protetti, adulti e bambini.

I ricercatori inoltre mettono in guardia su come viaggiare con i bambini non protetti in paesi dove il morbillo è endemico. Nessuno dovrebbe andare per esempio nelle Filippine, se non ha avuto già due dosi di vaccino.

Cosa abbiamo imparato

A causa della riduzione del tasso di copertura il rischio di ammalarsi di morbillo sia nei bambini che negli adulti aumenta sempre di più. Aumentano anche le complicanze, come abbiamo visto, mortali in alcuni casi.

Le fasce più a rischio sono quelle dei bambini nei primi mesi di vita, degli adolescenti e degli adulti, soprattutto anziani.

Non è peraltro vero che ammalandosi si rafforza il sistema immunitario, anzi è esattamente il contrario.

E’ vero che si parla di rischio per le complicanze. Un poco come è rischioso andare in automobile ad alta velocità, c’è il rischio di un incidente. Che poi capita. Quindi meglio non rischiare.

Il consiglio per tutti e fare le vaccinazioni consigliate dai pediatri e dai medici, sempre. Se un adulto non è stato vaccinato può fare il vaccino senza problemi.

Ricordiamoci che un bambino o un adulto non vaccinato può ammalarsi, con tutte le conseguenze e i rischi del caso. Inoltre può infettare altre persone non vaccinate, quindi è un rischio per tutta la società.

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