Vista tutti i controlli che è meglio fare

Vista: tutti i controlli che è meglio fare

La vista è fondamentale. Il 90% delle informazioni necessarie allo sviluppo cognitivo del bambino passano proprio attraverso le capacità visive.

Qualunque problematica degli occhi, dalla più piccola alla più complessa, limita significativamente lo sviluppo cognitivo. In tutte le fasi dello sviluppo dell’individuo, dalla  nascita alla maturità.

Bisogna tenere presente che spesso, nel primo anno di età, per il genitore è difficile capire se sia effettivamente presente un difetto visivo.

Il mondo che interessa il bambino è quello che può toccare con le proprie mani. Al bambino non interessa vedere le macchine lontane, ma vuole afferrare la bambolina vicino a lui.

Il controllo della vista ai bambini è uno di quegli appuntamenti che ogni genitore dovrebbe segnare in agenda.

Vediamo quali sono le tappe necessarie per controllare il corretto sviluppo di questo organo.

Lo sviluppo della vista

Alla nascita il sistema visivo è piuttosto limitato.

I neonati a termine sono in grado di rispondere a cambiamenti della luce ambientale e possono fissare un oggetto colorato.

La capacità di seguire un oggetto in movimento si raggiunge non prima dei 2 – 4 mesi di vita.

Attraverso studi condotti tramite i PEV (Potenziali Evocati Visivi) si presume che l’acuità visiva di un neonato sia circa 1/20.

I primi sei mesi di vita sono caratterizzati da un rapido sviluppo anatomico dell’occhio e delle vie visive. Intorno ai 2 mesi si completa lo sviluppo del nervo ottico.

Tra i 3-4 mesi si sviluppa la fovea (la porzione centrale della retina ricca di fotorecettori). Intorno al sesto mese la pigmentazione iridea (da cui dipende il colore degli occhi) è completa per il 90%.

Contestualmente a questa rapida maturazione anatomica si hanno progressi nella percezione dei colori, sensibilità al contrasto e miglioramento dell’acuità visiva che raggiunge circa 5/10 ai 6 mesi di età.

Quest’ultima tende progressivamente a migliorare fino ad ottenere 10/10 tra 1 e 3 anni.

Sebbene l’acuità visiva si sviluppi completamente in breve periodo, il sistema visivo ha una certa plasticità. E’ in grado di rispondere ai cambiamenti degli stimoli visivi sino a 10–12 anni.

Rendendo così il bambino suscettibile a condizioni che possono interferire con la visione.

I disturbi visivi più comuni nei bambini

Tra i disturbi visivi più comuni ricordiamo lo strabismo. E’ la deviazione di uno o entrambi gli occhi rispetto al punto di fissazione.

Gli assi visivi non sono, quindi, diretti verso lo stesso punto dello spazio. Causa una perdita della visione binoculare.

Il mancato allineamento dei due occhi determina una stimolazione di punti retinici non corrispondenti.

L’occhio deviato porta al cervello un’immagine diversa rispetto a quella dell’altro occhio perché la sua fovea fissa un oggetto differente, determinando così una fastidiosissima visione doppia.

Il cervello tende, quindi, ad escludere, o per meglio dire a sopprimere, le informazioni provenienti dall’occhio strabico perché creano confusione.

Se la soppressione è costante, l’occhio deviato non viene utilizzato. Non sviluppa o perde l’acuità visiva, fino a generare un’ambliopia che col tempo può diventare irreversibile.

L’ambliopia è un disturbo sicuramente frequente. Si presenta quando, anche con l’utilizzo di lenti correttive, l’acutezza visiva non migliora. È un difetto che può riguardare anche un solo occhio.

Che spesso viene definito “pigro”. In pratica, un occhio ha smesso di contribuire allo sviluppo naturale della visione. Spesso, alla base ci sono disturbi che vengono sottovalutati.

Tra i disturbi più comuni troviamo sicuramente la miopia. Si scopre quasi sempre nell’età scolare quando il bambino non riesce a vedere bene quello che la maestra scrive sulla lavagna. L’acutezza visiva, quindi, a una certa distanza, subisce un calo.

Cataratta e glaucoma congeniti sono condizioni relativamente rare, che se non trattate possono determinare alterazioni visive significative. Tanto più tardive sono la diagnosi e la cura tanto maggiore è il rischio di danni visivi permanenti.

Test di screening

Da questa premessa appare abbastanza chiaro come sia fondamentale eseguire test di screening già sin dai primi mesi di vita. Al fine di evidenziare eventuali alterazioni del sistema visivo potenzialmente curabili. Ma altrettanto causa di danni visivi permanenti in caso di diagnosi tardiva.

E’ fondamentale il ruolo del pediatra. A lui negli ultimi anni è stato affidato il compito di eseguire alcuni test al fine di individuare quanto più precocemente possibile quei bimbi a rischio o con sospetto di patologie oculari per poi inviarli allo specialista.

Prima visita pediatrica

Alla prima visita pediatrica particolarmente utile è indagare cosa è successo prima durante e subito dopo la gravidanza.

Infezioni contratte dalla mamma durante la gravidanza possono essere causa di gravi alterazioni e/o malformazioni oculari.

E’ utile ricordare alcune gravi conseguenze bulbari in seguito ad infezione:


  • toxoplasma gondii: corioretinite (con frequente coinvolgimento della macula), atrofia ottica, cataratta congenita, microftalmo;
  • virus della rosolia: cataratta, glaucoma, retinopatia, microftalmo;
  • citomegalovirus: cataratta, opacità corneali, corioretinite;
  • herpes simplex virus: cheratocongiuntivite, cataratta, uveite, microftalmo.

Retinopatia del prematuro

La retinopatia del prematuro rappresenta la principale causa di cecità infantile in Europa e Nord America. E’ nota anche con la sigla ROP.

Indagini multicentriche hanno dimostrato che il 65% dei bimbi con peso alla nascita inferiore a 1250 gr risulta affetto da ROP. Percentuale che sale a oltre 80% in quelli con peso alla nascita inferiore a 1000 g.

Quindi i neonati con peso alla nascita inferiore a 1500 gr o con età gestazionale inferiore alle 31 settimane sono ad alto rischio di ROP. Pertanto durante il ricovero, dopo la nascita, debbono essere sottoposti a diversi controlli oftalmologici.

Test da effettuare entro i primi 6 mesi di vita

Tra i test che vanno effettuati dal pediatra entro i primi sei mesi di vita particolarmente importante è l’analisi del riflesso rosso pupillare. Noto anche come red reflex o test di Bruckner.

Con questo semplice esame è possibile diagnosticare precocemente patologie oculari che, se scoperte tardivamente, possono essere causa di gravi danni visivi permanenti.

Come:


  • cataratta congenita
  • glaucoma congenito
  • retinoblastoma
  • anomalie retiniche
  • difetti di refrazione particolarmente elevati

Nel caso di retinoblastoma una diagnosi tardiva può avere gravi conseguenze non solo relativamente alla vista.

Si utilizza uno strumento chiamato oftalmoscopio. Con cui si osserva l’occhio del piccolo. In condizioni normali l’esaminatore vedrà una luce rossa in corrispondenza della pupilla.  Uguale per dimensioni e intensità in entrambi gli occhi. Questo colore è dato da una corretta vascolarizzazione della retina. Si vede il rosso del sangue nei vasi della retina.

Altro test da effettuare entro il sesto mese di vita è il test di Hirschberg. Questo semplice esame permette di valutare o sospettare l’eventuale presenza di strabismo.

Entro i primi 6 mesi di vita va prestata anche particolare attenzione all’analisi dei movimenti oculari. Ogni occhio si sposta nelle varie posizioni oculari grazie all’azione dei 6 muscoli extraoculari. Normalmente i due occhi si muovono nelle varie direzioni di sguardo in maniera sincrona, entrambi verso destra o sinistra. Verso l’alto o verso il basso.

Nei primi mesi di vita particolare attenzione va prestata ai movimenti orizzontali. Deficit nei movimenti verso l’esterno si hanno in caso di esotropia congenita, sindrome di Duane o in caso di paresi del VI nervo cranico.

Test da effettuare tra 12 e 24 mesi

Dopo il primo anno d’età vanno ripetuti i test precedentemente menzionati.

A questi va aggiunto il test di Lang. Che valuta la presenza o meno della visione binoculare, ovvero la visione con entrambi gli occhi.

La visione binoculare è assente in caso di ambliopia (occhio pigro). In cui il bimbo vede prevalentemente con un occhio. Assente anche nel caso di di strabismo congenito in cui il bimbo utilizza per la visione un occhio per volta. Senza che si instauri necessariamente un ambliopia.

Vista oculistica

Quando parliamo di vista oculistica non intendiamo la valutazione da un ottico. Perché non è un medico e non è quindi in grado di formulare alcuna diagnosi di certezza.

Ovviamente se il pediatra di fiducia ha riscontrato qualche problema con gli screening prima descritti, sarà lui a consigliare subito una visita oculistica.

Anche se il bambino non ha mai avuto problemi di vista è consigliabile eseguire una visita oculistica di controllo a 3 e a 6 anni.

A tre anni d’età il maggiore sviluppo di tutte le strutture permette all’oculista una più precisa valutazione dell’integrità dell’occhio del bambino.

Acuità visiva

L’acuità visiva è una delle abilità visive principali dell’occhio. E’ definita come la capacità di risolvere e percepire dettagli fini di un oggetto. Dipende direttamente dalla nitidezza dell’immagine proiettata sulla retina.

Tra i 2 e 4 anni di età (in genere dopo i 3 anni) è possibile valutare l’acuità visiva.

Si utilizza uno o diversi ottotipi. Cioè tavole di lettura studiate appositamente per i bambini.

Tra quelli più utilizzati in Italia quando il bimbo non sa ancora leggere vi sono:


  • ottotipo di Pesando: sono rappresentati oggetti noti ai bimbi (gatto, fiore, barca, pesce, casa, bambino, sole). Permette di misurare l’acuità visiva già dai 2 anni di età. Il grosso limite è che non possibile avere una precisa valutazione dell’acuità visiva legata alle caratteristiche dimensionali dei disegni rappresentati. Ad ogni modo è estremamente utile nei bimbi più piccoli per valutare se l’acuità visiva è eguale o diversa tra i 2 occhi
  • ottotipo con le E di Albini: la maggior parte dei bimbi collabora sin dai tre anni di età ed è molto utile per una corretta valutazione dell’acuità visiva

Prima dell’inizio della scuola

Seconda visita consigliata è quella in età scolare. Magari prima dell’inizio della scuola. Molti bambini in età scolare non hanno una capacità visiva perfetta. Per cui, chi più chi meno, ha delle limitazioni che potrebbero compromettere l’apprendimento.

Anche piccoli problemi visivi, se pur lievi, affaticano, creano discomfort, mal di testa, cefalea. Possono indurre all’iperattività, all’abbandono della lettura con conseguenze negative sia per il bambino stesso che per i genitori che spesso non ne conoscono il vero motivo.

Segnali e comportamenti che devono indurre allerta

Esistono vari segnali e comportamenti che devono mettere in allerta i genitori. Perché possono segnalare un possibile problema della vista:


  • incapacità dopo il sesto mese di seguire un punto luminoso
  • il bambino non percepisce gli ostacoli, urta spigoli o inciampa
  • mettersi troppo vicino alla TV o alla lavagna
  • tenere gli oggetti vicino al viso per guardarli
  • stringere gli occhi o sfregarli spesso
  • soffrire frequentemente di mal di testa, nausea, bruciore e arrossamento oculare
  • essere molto sensibili alla luce
  • inclinare la testa mentre si guardano le cose
  • avere problemi di coordinamento
  • avere occhi non in asse, anche un lieve strabismo può nascondere un difetto di vista
  • mostrare scarsa attenzione per attività che sollecitano la vista da vicino

Cosa abbiamo imparato

Il corretto sviluppo della vista è fondamentale nell’accrescimento dei vostri bambini. Soprattutto è strettamente legato alle loro capacità cognitive. Va quindi seguito e controllato con molta attenzione. Nei primi tre anni di vita questo compito è affidato al pediatra di fiducia nelle visite di controllo. Anche se va tutto bene è utile una visita oculistica a 3 e a 6 anni. In questo modo tutti possono stare tranquilli e guardare con fiducia al futuro.

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