Zecche parassiti pericolosi ma senza esagerare

Zecche: parassiti pericolosi ma senza esagerare

La puntura di zecche non è un evento raro. Anche nei bambini.

Per prima cosa bisogna sapere che non tutte le zecche sono pericolose per l’uomo. Solo l’1% delle zecche è infetto e quindi può trasmettere una malattia.

Le zecche sono artropodi. Appartengono all’ordine degli Ixodidi compreso nella classe degli Arachnidi. La stessa di ragni, acari e scorpioni.

Sono diffuse in tutto il mondo. Se ne conoscono circa 900 specie raggruppate in tre famiglie. Di cui le principali sono le Ixodidae (zecche dure) e le Argasidae (zecche molli).

Le specie più diffuse e rilevanti da un punto di vista sanitario sia in Italia che in Europa sono Ixodes ricinus (la zecca dei boschi), Rhipicephalus sanguineus (la zecca del cane).

La zecca dei boschi è diffusa anche tra vari animali selvatici come volpi e chinghiali in aumento nei nostri territori.

Sono parassiti esterni, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro. A secondo della specie e dello stadio di sviluppo.

Il corpo, tondeggiante e il capo, non distinguibile dal corpo, è munito di un apparato boccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue.

Ciclo biologico della zecche

Il ciclo biologico delle zecche si sviluppa in 4 stadi distinti: uovo, larva, ninfa e adulto.

Dopo la schiusa delle uova, il passaggio da uno stadio a quello successivo richiede un pasto di sangue. Le femmine adulte, inoltre, necessitano del pasto di sangue per la maturazione delle uova.

Le zecche non sono molto selettive nella scelta dell’organismo da parassitare.

Possono scegliere diverse specie animali dai cani ai cervi, agli scoiattoli fino all’uomo.

Il pasto di sangue si compie nell’arco di ore per le zecche molli. Di giorni o settimane per le dure. Durante il pasto la zecca rimane costantemente attaccata all’ospite.

Periodo di attività

L’attività delle zecche si concentra nei mesi che vanno da aprile a fine ottobre.

Infatti, durante la stagione invernale tendono a proteggersi dal freddo. Si rifugiano negli anfratti dei muri. Sotto la vegetazione, le pietre o si interrano in profondità.

Con l’aumento delle temperature riemergono e rimangono attive fino all’autunno successivo. Ovviamente i cambiamenti climatici caratterizzati da aumento della temperatura possono prolungare il periodo di attività.

L’habitat preferito è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva. Con microclima preferibilmente fresco e umido.

Tuttavia le zecche possono trovarsi anche in zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada.

La loro presenza dipende, infatti, essenzialmente dalla presenza sul territorio di ospiti da parassitare.

Per questo luoghi come stalle, cucce di animali e pascoli sono tra i loro habitat preferiti.

Come raggiungono l’ospite

Le zecche non saltano e non volano sulle loro vittime.

Si appostano all’estremità delle piante aspettando il passaggio di un animale o di un uomo.

Individuano il loro ospite grazie all’anidride carbonica e al calore emessi dell’organismo.

Dopo aver raggiunto l’eventuale ospite e vi si insediano conficcando il loro rostro (apparato boccale) nella cute.

Quindi cominciando a succhiarne il sangue. Il morso è generalmente indolore perché emettono una sostanza contenente principi anestetici.

Generalmente rimangono attaccate all’ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni. Poi si lasciano cadere spontaneamente.

La zecca per diventare infetta deve aver succhiato in precedenza il sangue di un animale infetto (topo, uccello ecc..).

Una volta infettata rimane malata per l’intera vita. Può  quindi trasmettere il microrganismo ad altri animali o all’uomo.

Si stima che solo l’uno per cento delle zecche siano infette.

Malattie trasmesse dalle zecche

Soprattutto le zecche di bosco sono in grado di trasmettere all’uomo diversi microrganismi: protozoi, batteri e virus.

La malattia più frequentemente trasmessa dalle zecche è malattia di Lyme. Causata da un batterio chiamato Borrelia.

In questo caso dopo la puntura di una zecca si forma una macchia rossa sulla cute che si espande lentamente.

Se non si inizia il trattamento antibiotico, a distanza di qualche mese possono comparire:


  • disturbi neurologici
  • artralgie e mialgie (dolore cioè ad articolazioni e muscoli)
  • disturbi della conduzione cardiaca

Con il passare del tempo l’infezione non riconosciuta o non curata può determinare alterazioni a carico:


  • dell’apparato muscolo-scheletrico
  • del sistema nervoso centrale e periferico con meningite e polineuropatie sensitivo–motorie, disturbi del sonno e comportamentali
  • della cute
  • dell’apparato cardiovascolare  

Encefalite da zecca

La puntura della zecca dei boschi può essere anche veicolo di un’altra malattia: l’encefalite da zecca (TBE).

Soprattutto nei boschi di Austria, Germania, Svizzera, Paesi Scandinavi, regione balcanica, ma anche del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e del Trentino Alto Adige.

Le zecche, in questi luoghi, possono essere portatori di un particolare virus, che in caso di puntura può essere trasmesso anche all’uomo.

In un terzo dei casi di puntura da parte di zecche infette nell’uomo la malattia risulta asintomatica.

Nella restante parte dei casi, invece, la presenza del virus determina dapprima la comparsa di un episodio febbrile e affaticamento, mal di testa, nausea per circa una settimana.

Segue un periodo apparentemente asintomatico.

Quindi un nuovo rialzo febbrile e segni che possono comprendere meningite, paralisi e forte dolore delle radici nervose.  

Esiste un vaccino contro l’encefalite da zecca.  Va somministrato in tre dosi attraverso iniezioni intramuscolo.

La vaccinazione è sicura ed efficace e gli effetti collaterali sono di lieve entità. In Friuli-Venezia Giulia il vaccino è offerto gratuitamente alla popolazione residente.

Molto raramente le zecche da bosco possono trasmettere anche la rickettsiosi, la tularemia, e la febbre Q.

La maggior parte di queste malattie può essere diagnosticata esclusivamente sul piano clinico.

Una pronta terapia antibiotica, nelle fasi iniziali, è generalmente risolutiva in particolar modo per le forme a eziologia batterica.

Solo raramente (fino al 5% dei casi) queste infezioni possono essere pericolose per la vita.

Prevenzione

Esistono alcune precauzioni per ridurre significativamente la possibilità di venire a contatto con le zecche.

O perlomeno per individuarle rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia.

In generale, è consigliato in caso di passeggiate in luoghi a rischio indossare abiti chiari. Rendono più facile l’individuazione delle zecche.

Coprire le estremità, soprattutto inferiori, con calze chiare (meglio stivali). Utilizzare pantaloni lunghi.

Evitare di toccare l’erba lungo il margine dei sentieri. Non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta.

Effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle, dei propri indumenti al termine della passeggiata.

Le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia, sui fianchi.

Spazzolare gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni.

Trattare gli animali domestici (cani) con sostanze acaro repellenti prima dell’escursione

Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente rimosse.

La probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite.

Infatti, solo dopo un certo periodo (alcune ore) in cui è saldamente ancorata per alimentarsi, la zecca rigurgita parte del pasto, inoculando nel sangue dell’ospite eventuali patogeni.

Rimozione della zecca

Cosa non fare

Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi. Neppure oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette.

Per evitare che la sofferenza indotta alla zecca possa provocare il rigurgito di materiale infetto.

Cosa fare

La zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle.

Quindi rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione.

Attualmente si possono trovare in commercio degli specifici estrattori che permettono di rimuovere la zecca con un movimento rotatorio.

Durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca.

Per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni.

Disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con un disinfettante non colorato.

Dopo l’estrazione della zecca sono indicate la disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute, come la tintura di iodio).

Bisogna evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate.

Spesso il rostro rimane all’interno della cute: in questo caso deve essere estratto con un ago sterile.

Bisogna poi distruggere la zecca, possibilmente bruciandola. Dopo la rimozione effettuare la profilassi antitetanica.

Annotare la data di rimozione. Osservare la comparsa di eventuali segni di infezione nei successivi 30-40 giorni.

Nel caso compaia un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi rivolgersi al proprio medico o pediatra di fiducia.

Uso di antibiotici

La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione è sconsigliata. Perché può mascherare eventuali segni di malattia e rendere più complicata la diagnosi.

Nel caso in cui, per altre ragioni, fosse necessario iniziare un trattamento antibiotico, è opportuno impiegare farmaci di cui sia stata dimostrata l’efficacia sia nel trattamento delle rickettsiosi che delle borreliosi.

Cosa abbiamo imparato

Le punture di zecche sono abbastanza frequenti. Solo l’1% delle zecche è infetto e può quindi trasmettere malattie all’uomo.

Quando si individua una zecca va tolta il prima possibile, nel modo corretto. Va poi monitorata l’eventuale comparsa di sintomi.

In questo caso è necessario rivolgersi subito al proprio pediatra o medico di fiducia.

La pronta terapia antibiotica stronca le eventuali malattie batteriche che questi parassiti possono trasmetterci.

Se abbiamo cani curiamoli con attenzione, controllando che non abbiano zecche.

Va poi posta particolare attenzione alle gite in ambienti ideali per questi artropodi.

Possiamo concludere dicendo che la puntura di zecca è raramente pericolosa.

Va comunque posta grande attenzione nei confronti di questi parassiti.

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