Sovrappeso e obesità infantili problema tragicamente trascurato

Sovrappeso e obesità infantili: problema tragicamente trascurato

Il problema del sovrappeso e dell’obesità infantile è sempre grave più nel nostro paese. In Italia, patria della dieta mediterranea, due bambini su 10 sono in sovrappeso e uno su 10 è obeso. Con  una maggiore prevalenza nel centro sud.

L’obesità infantile è un fenomeno non solo dilagante ma anche persistente: circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto. Negli ultimi 40 anni nel mondo i bambini e adolescenti obesi sono aumentati di dieci volte. Se nel 1975 erano 5 milioni le ragazze con questo problema nel 2016 sono diventate 50 milioni. Mentre i maschi obesi erano 6 milioni nel ’75 e nel 2016 sono diventati 74 milioni. Una questione che riguarda anche gli altri paesi europei. In Europa, il 19-49% dei ragazzi e il 18-43% delle ragazze sono sovrappeso o obesi. E solo pochi fra loro ricevono un trattamento adeguato.

Le fasi della crescita più a rischio

Sono tre le fasi della vita a maggiore rischio. Quelle in cui i genitori dovrebbero avere maggiore attenzione: gravidanza, primi due anni di vita e pubertà.

I nove mesi della gravidanza fanno parte della prima infanzia. Quando parliamo di prima infanzia intendiamo i nove mesi di gravidanza, più i primi due anni di vita. Sono in tutto mille giorni. Importantissimi non solo per lo sviluppo e la crescita del feto prima e del bambino poi, ma anche per la salute di tutta la vita. La prima infanzia condiziona l’esistenza biologica dell’individuo. Quello che accade in questi primi mille giorni può influenzare la predisposizione a varie malattie da adulti.

Durante la gravidanza si strutturano regolazione metabolica e peso corporeo. Questo avviene come risultato dell’interazione del patrimonio genetico e dell’ambiente metabolico materno-fetale. Il comportamento della madre agisce sul patrimonio genetico del feto determinando quali geni si accendono e quali no. Se si attiveranno o meno i complessi meccanismi della regolazione di grassi, zuccheri e proteine. Del senso di fame e sazietà. Della tendenza ad accumulare adipe e ad attivare infiammazione.

Questo meccanismo continua anche nei primi due anni di vita. In cui l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale. Importantissima l’alimentazione al seno o in caso di sua impossibilità, l’uso di latti adattati. Evitando il latte vaccino sino ai 12 mesi compiuti. Importante anche procedere con uno svezzamento equilibrato.

Le buone abitudini

Non forzatelo a mangiare, fidatevi della capacità innata del bambino di autoregolarsi. Le porzioni devono essere a misura di bambino non di adulto. Un bambino non può mangiare la stessa quantità di cibo di un adulto.  Controllate ciò che proponete al vostro bambino e scegliete come merende delle mini porzioni. Dategli l’abitudine di fare la prima colazione. Le statistiche insegnano che sono proprio i bambini obesi a saltare questo appuntamento.

Dategli il buon esempio, consumando quotidianamente frutta e verdura. Favorite l’abitudine verso alimenti integrali, legumi, yogurt e frutta.

Utilizzate preferibilmente per la cottura degli alimenti il metodo al vapore o al forno, evitando le fritture. Evitate che mangi tra un pasto e l’altro. Non date dolci come premio. Non zuccherate gli alimenti se non è strettamente necessario.

Abituartelo a dissetarsi con acqua o spremute fatte in casa, non con bevande zuccherate prodotte industrialmente. Limitate il consumo di merendine, frollini, patate, pane, salumi e formaggi.

Spegnete la televisione durante i pasti. Se è concentrato sul video mangia in modo automatico senza neppure accorgersi di che cosa e quanto sta mangiando.

Insegnategli a mangiare senza fretta. I bambini che mangiano velocemente, infatti, tendono a ingrassare di più perché non assaporano ciò che mangiano e non sono mai sazi.

Sviluppate e coltivate l’abitudine al movimento. Evitate, quando possibile, l’uso del passeggino e dell’auto, fatelo camminare. Salite le scale anziché utilizzare l’ascensore. Incoraggiatelo a fare sport. Spingetelo, quando sarà il momento, a praticare un’attività sportiva che lo faccia star bene divertendosi.

Un problema da non sottovalutare

Per molti genitori l’illusione è che con l’età il problema si sistemi. Purtroppo questa superficialità porta ad intervenire tardivamente. Quando è più difficile ottenere dei risultati significativi e magari sono già presenti complicanze dell’obesità. Uno dei fattori che contribuisce a ritardare il riconoscimento di un eccesso di peso è dire: vedo il bambino e “mi sembra” con un peso assolutamente normale. Ma il criterio di “normalità” può variare da genitore a genitore. Per non sbagliare è indispensabile che sia il pediatra a misurare peso e altezza del bambino

Nel piatto dell’adolescente

Va inoltre fatta attenzione alla pubertà. E’ un’epoca di rapide e importanti trasformazioni fisiche e psicologiche. Che comportano spesso cambiamenti repentini e profondi di stile di vita e delle abitudini nutrizionali. Il frequente abbandono dello sport e comunque la riduzione dell’attività fisica sono un cofattore di rischio rilevante nel favorire l’accumulo di peso in eccesso. Oppure l’adottare diete non idonee auto-prescritte.

I rischi  dell’obesità e del sovrappeso

L’accumulo di tessuto adiposo porta con sé una serie di problemi di tipo medico, sia fisici che psicologici, anche gravi. Sappiamo infatti che il tessuto adiposo non è un tessuto inerme. E’ un tessuto attivo, in grado di produrre un gran numero di sostanze che favoriscono l’infiammazione a livello di tutto l’organismo. Chi ha un eccesso di grasso ha uno stato di cronica infiammazione che se dura per anni e può favorire l’insorgenza di complicanze.

Complicanze organiche più importanti:

Complicanze psicologiche più frequenti:

  • disturbi dell’immagine corporea
  • disturbi del comportamento alimentare
  • depressione

Dislipidemie e ipertensione arteriosa

L’obesità favorisce l’insorgenza di dislipidemie e ipertensione arteriosa. I bambini con abbondante tessuto adiposo hanno maggiori probabilità di sviluppare alti livelli di trigliceridi (grassi). Di lipoproteina a bassa densità (LDL) o “colesterolo cattivo”. Una diminuzione della lipoproteina ad alta densità (HDL) o “colesterolo buono”. Questo profilo metabolico si riscontra il più delle volte nelle persone obese con un elevato accumulo di grasso endo-addominale (forma a “mela”). Con la perdita di peso, è prevedibile un miglioramento dei livelli di lipidi nel sangue. Una perdita di peso di 10 kg può determinare un calo del 15% dei livelli di colesterolo LDL e dell’8% dei livelli di colesterolo HDL.

L’associazione tra ipertensione (pressione arteriosa elevata) e obesità è ampiamente documentata. La proporzione di ipertensione attribuibile all’obesità è stata stimata intorno al 30-65%. In effetti, la pressione arteriosa sale parallelamente all’indice di massa corporea. Per ogni aumento di peso di 10 kg, la pressione sale di 2-3 mmHg. Inversamente, il calo di peso induce una diminuzione della pressione arteriosa. Per ogni riduzione del peso corporeo pari all’1%, la pressione scende di 1-2 mmHg. La diffusione dell’ipertensione nei ragazzi in sovrappeso è quasi tre volte superiore rispetto a quelli con peso normale. Il rischio di ipertensione negli individui in sovrappeso tra i 20 e i 44 anni è quasi sei volte superiore rispetto agli adulti con peso normale.

Diabete di tipo 2 e resistenza all’insulina

Di tutte le malattie gravi, il diabete di tipo 2 è quello maggiormente legato all’obesità e al sovrappeso. Il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 aumenta già con un indice di massa corporea al di sotto della soglia dell’obesità (IMC = 30).  Le ragazze obese hanno probabilità 12 volte superiori di sviluppare il diabete rispetto a quelle con un peso normale. Il rischio di diabete aumenta parallelamente all’indice di massa corporea, soprattutto nei soggetti con una predisposizione genetica a questa malattia. Cala parallelamente alla perdita di peso.

Malattie cardiovascolari, ictus e mortalità

La presenza di  dislipidemia, ipertensione arteriosa, diabete sono fattori di rischio per lo sviluppo di aterosclerosi e sindrome metabolica. Tutti fattori di rischio per lo sviluppo delle malattie cardiovascolari, cioè malattia coronarica, ictus e malattia vascolare periferica. Patologie che causano un’elevata percentuale (fino ad un terzo) della mortalità di uomini e donne nella maggior parte dei Paesi industrializzati. Questo può portare la persona obesa ad avere una significativa diminuzione dell’aspettativa di vita.

Articolazioni e dolori

Le malattie degenerative delle articolazioni portanti, come il ginocchio, sono complicazioni molto diffuse dell’obesità e del sovrappeso. Il danno meccanico alle articolazioni, determinato dal carico eccessivo, è generalmente ritenuto esserne la causa. Anche il dolore nella parte inferiore della schiena è più comune nei soggetti obesi. Può essere uno dei fattori che contribuiscono maggiormente a causare l’assenza dal lavoro imputabile all’obesità.

Aspetti psicologici

L’obesità è decisamente stigmatizzata in molti Paesi europei. Sia in termini di percezione di un aspetto fisico indesiderabile che in termini di difetti di carattere che si suppone indicare.  I ragazzi obesi devono lottare contro la discriminazione. Facilmente perdono il loro benessere psicologico. Le ricerche recenti mettono infatti in evidenza la stretta relazione che intercorre tra bassa autostima e eccesso di peso. Questi studi dimostrano quanto e come l’obesità non sia soltanto un fattore fisico e metabolico, ma quanto profondamente l’emotività giochi un ruolo fondamentale nell’insorgere di disturbi alimentari.

Cancro

La correlazione tra obesità e cancro è meno ben definita. Vari studi hanno rilevato un’associazione tra sovrappeso e incidenza di alcune forme di cancro. Il World Cancer Research Fund International (WCRFI) ha documentato la relazione causale tra eccesso di peso e 7 forme di cancro: esofago, pancreas, colecisti, colon-retto, mammella (nel periodo postmenopausale), endometrio e rene.

Aiutiamo i nostri bambini quando è utile

E’ importante intervenire al più presto possibile quando si riscontra il sovrappeso e non banalizzare. Ricordiamoci che non si tratta di dare una semplice “dieta”. Diventa fondamentale intervenire sul complesso delle abitudini nutrizionali e motorie del bambino/adolescente e della famiglia. Questo non è facile e ci vuole tempo. I risultati ci saranno ma è necessario avere costanza.

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