Bevande potenzialmente dannose gli energy drink

Bevande potenzialmente dannose: gli energy drink

Gli energy drinks sono bevande analcoliche contenenti delle sostanze stimolanti.

Sono diventate una moda. In particolare tra i giovani. Vengono venduti spesso con la promessa di incrementare l’energia fisica e mentale dell’individuo. Tali benefici deriverebbero dalle sostanze naturali stimolanti contenute nelle bevande.

All’inizio degli anni 2000 incominciarono a sorgere i primi dubbi sul loro utilizzo. Proprio in quell’anno un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet le collega a complicanze cardiovascolari.

Chi sono i principali consumatori

Dalla loro introduzione nel 1960, queste bevande hanno visto una crescita esponenziale facendo la fortuna di molti produttori.

I principali consumatori sono giovani o adulti di età compresa tra 18 e 35 anni. Spesso sono i ragazzi a fare un uso maggiore rispetto alle ragazze in quanto la pubblicità è quasi sempre rivolta ai maschi che sono, in genere, più competitivi.

Le categorie di consumatori sono principalmente due:


  • studenti, che consumano queste bevande in situazioni di studio intenso, durante la preparazione di esami, periodi in cui si dorme poco, mentre servono molte energie
  • sportivi, che sperano di trovarci un mezzo per aumentare la performance sportiva, per recuperare le energie dopo una gara

A questo proposito l’EFSA, in una relazione del marzo del 2013 sulle bevande energetiche, aveva fornito indicazioni sul loro consumo nella popolazione individuando le seguenti tipologie:


  • Adulti: circa il 30% degli adulti intervistati sono consumatori di bevande energetiche. In circa il 12 % di questi, il consumo è «elevato e cronico». In circa l’11 % il consumo è «elevato e acuto» (almeno 1 litro in una sola volta)
  • Adolescenti: circa il 68% degli adolescenti intervistati sono consumatori di bevande energetiche. In circa il 12% di questi, il consumo è «elevato e cronico», nel 12 % il consumo è «elevato e acuto»
  • Bambini: circa il 18% dei bambini intervistati, con un’età compresa tra i 3 e i 10 anni, consumano energy drink. In circa il 16 % di questi, il consumo è «elevato e cronico» con una media di 0,95 litri alla settimana (quasi 4 litri in un mese)

Cosa contengono queste bevande

I principali componenti degli energy drinks sono:

  • zuccheri
  • caffeina
  • taurina
  • glucuronolattone
  • vitamine del gruppo B
  • carnitina
  • guaranà
  • ginko biloba

Caffeina

E’ una sostanza che stimola il sistema nervoso periferico simpatico. Agisce aumentando la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. Ha un’azione di stimolo sul sistema nervoso centrale.

Nello sportivo è efficace in dosi di 3-6mg/kg per ogni chilo di peso corporeo. Fino agli 8-10 mg/kg (peso corporeo) si rientra nelle dosi legali, oltre tali dosi, la caffeina si considera sostanza dopante.

L’assunzione di dosi elevate di caffeina, soprattutto sopra i 500 mg al giorno, può indurre:


  • ansia
  • insonnia
  • eccitazione
  • nervosismo
  • convulsioni
  • tachicardia
  • ipertensione arteriosa
  • disturbi gastrointestinali

È un potenziale fattore di rischio per il feto durante la gravidanza. Sconsigliata anche durante l’allattamento. In quanto può influenzare il normale sviluppo neurologico sia del feto che del neonato.

La caffeina è una sostanza in grado di determinare dipendenza. Si osservano i sintomi dell’astinenza in caso di mancata assunzione.

Per questo l’Unione Europea, sebbene non ci sia un controllo per la messa di in commercio di energy drinks, impone, che l’etichettatura riporti la dicitura di: “bevanda caratterizzata da un elevato contenuto di caffeina” qualora essa contenga più di 150 mg/L di caffeina.

La caffeina ha effetti diuretici. Tale caratteristica comporta un rischio di disidratazione corporea. E’ gastro lesiva e favorisce la formazione di gastrite ed ulcere acute e croniche.

Zuccheri

Gli energy drinks, sono bevande molto dolci e ricche di carboidrati semplici. Contengono: glucosio, saccarosio (glucosio + fruttosio) e glucuronolattone.

Un consumo eccessivo di zuccheri può provocare disturbi che si riscontrano nel breve termine:


  • crampi addominali
  • diarrea
  • nausea e vomito

Nel lungo termine possono favorire l’obesità. Il glucosio in eccesso viene accumulato nel tessuto adiposo.

Il diabete mellito di tipo 2, che insorge, spesso, in soggetti in sovrappeso od obesità. 

Il contenuto eccessivo in zuccheri rallenta l’assorbimento dei nutrienti sia solidi che liquidi. Si osserva una rallentata reidratazione e ciò provoca, durante l’esercizio fisico, crampi addominali.

Un altro aspetto da considerare è che tali bibite forniscono all’organismo molta energia, grazie agli zuccheri. Ma, l’improvviso aumento dei livelli di zuccheri è seguito da un improvviso abbassamento di tali livelli (“sugar crash”) mediante l’insulina. Tale evento risulta negativo, soprattutto se si sta svolgendo attività sportiva. I riflessi e la forza muscolare diminuiscono improvvisamente provocando malessere e abbassamento della performance atletica.

Gli zuccheri possono favorire lo sviluppo di carie dentale. Perché gli zuccheri sono consumati, come nutrimento, da un batterio naturalmente contenuto nella bocca. Con la conseguente corrosione e demineralizzazione dei denti.

Taurina

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare riporta che dosi di 1 mg/kg al dì di taurina non sono correlate ad effetti negativi. A queste dosi ha un’azione protettiva sulla pressione arteriosa. Gli effetti collaterali della Taurina non sono ancora ben documentati.

Si conoscono alcuni degli effetti legati ad un eccesso nel suo consumo, quali:


  • ipertensione arteriosa soprattutto quando è associata alla caffeina
  • disturbi gastro intestinali (diarrea e ulcera peptica)

Guaranà

In grandi quantità provoca molti effetti avversi, riconducibili a quelli della caffeina.

Un eccesso di Guaranà può causare:


  • insonnia
  • tremori
  • ansia
  • palpitazione
  • aumento della diuresi

Ginko biloba

Non si conoscono particolari effetti collaterali, per questo è un principio attivo. Oltre i 120-240 mg, si potrebbero, comunque, riscontrare disturbi gastro intestinali.  Se ne sconsiglia l’uso alle donne in gravidanza e durante l’allattamento.

Vitamine del gruppo B

Non sono conosciuti effetti tossici reali, ad ogni modo esiste un meccanismo secondo cui l’assunzione prolungata e a dosi eccessive di una qualsiasi delle vitamine B, può portare a grosse perdite di altre vitamine B.

La vitamina B1, se assunta in eccesso, può causare tremori, annebbiamento della vista, perdita di coordinazione e confusione.

Dosi alte di Vitamina B3 (100 o più mg) possono causare sensazioni di prurito, vampate di calore, nausea, crampi, diarrea, sensazione di svenimento e battito cardiaco accelerato o irregolare.

Carnitina

Dosi superiori a 2000 mg al giorno, in soggetti sani, possono causare:


  • nausea
  • vomito
  • crampi addominali

Effetti sul nostro organismo degli energy drink

I principali effetti sono sul cuore, sul sistema nervoso e sul fegato. Gli affetti sono molto negativi soprattutto quando vi è un eccesso di consumo o un consumo moderato ma cronico.

Cuore

Gli energy drink favoriscono l’aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca.

Con aumenti repentini soprattutto dopo l’assunzione di queste bevande.

Determinano un sovraccarico di lavoro per il cuore, il rischio di sviluppare alterazione del ritmo cardiaco.

Tutti effetti che con il passare del tempo possono favorire l’insorgenza di infarto miocardico  e scompenso cardiaco.

Sistema nervoso centrale

È stato appurato che per gli studenti sotto esame un apporto di caffeina e di taurina, e quindi un consumo di energy drinks, risulta utile per resistere di più alla fatica dello studio.

Il loro consumo in eccesso o cronico determina però anche importanti alterazioni del funzionamento del sistema nervoso centrale.

Lo stress percepito dall’individuo aumenta. Aumentano ansia, nervosismo, tendenza ad alterazioni dello stato dell’umore e alla depressione.

Queste bevande favoriscono i disturbi del sonno. La tendenza a dormire poche ore durante la notte.

In alcuni studi si evidenzia come le persone che riferivano di dormire cinque ore o meno per notte, erano anche propense a bere il 21% in più di bevande zuccherate e ricche di caffeina. Rispetto a coloro i quali riferivano di dormire sette ore o più a notte. I soggetti che dormivano in media sei ore a notte, consumavano l’11 %  in più di bevande queste bevande, rispetto al gruppo che dormiva più ore.

Favoriscono lo sviluppo di problemi comportamentali, cefalea, difficoltà a stare in piedi per i malesseri che provoca la posizione eretta (intolleranza ortostatica). Episodi di perdita di coscienza transitoria, con e senza segni premonitori come nausea, vertigini, visione offuscata.

Dipendenza

La presenza di sostanze eccitanti come la caffeina e la taurina, causano dipendenza. Per cui con il passare del tempo vi sembra necessario ingerirne quantità sempre maggiori.

Epatotossicità

L’azione negativa di queste bevande sul fegato può essere immediata o cronica.

Dopo l’assunzione di diverse lattine di energy drink si possono avere casi di epatite acuta tossica.

L’epatite acuta è un’infiammazione del fegato, che provoca nausea, vomito e febbre in maniera più o meno grave. In questo caso gli studi effettuati hanno suggerito che la causa è legata ad un eccesso di vitamina B3.

Sul British Medical Journal è stato pubblicato un caso divenuto famoso. Si descrive il caso di un muratore di cinquant’anni che ha sviluppato anoressia e dolori addominali sfociati poi in nausea e vomito. Tutti sintomi che inizialmente erano stati attribuiti a una semplice influenza. Si è poi aggiunta una itterizia (colorazione giallastra della pelle) diffusa. Una volta in ospedale, un esame del sangue ha indicato un elevato incremento delle transaminasi. Ha sviluppato una epatite acuta tossica.

Il muratore aveva assunto 4 o 5 energy drink al giorno per tre settimane. Un dose di 200 milligrammi di vitamina B3 (ogni lattina ne contiene 40 milligrammi), cioè il doppio della razione giornaliera consigliata. E un eccesso di niacina ha gravi danni sul fegato.

Epatotossicità cronica

Il consumo cronico di queste bevande apporta una grossa quantità di zuccheri soprattutto glucosio e fruttosio.

In uno studio del 2012 pubblicato sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition è stato visto come il consumo eccessivo di fruttosio e di zuccheri semplici abbia causato in sole 3 settimane un aumento del 27% del grasso a livello epatico.

L’accumulo di grasso a livello epatico prende il nome di steatosi epatica.

Si definisce anche non alcoholic fatty liver disease (NAFLD). La NAFLD rappresenta ormai la causa più frequente di epatopatia cronica nella pratica clinica ambulatoriale. E’ definita da un eccessivo accumulo di trigliceridi nel fegato (>5%), generalmente evidenziato da un quadro di iperriflettenza all’ecografia.

Il fegato grasso era considerato fino a non molti anni fa una condizione benigna. Si ritiene oggi che in una proporzione di casi la NAFLD possa assumere un decorso evolutivo negativo. In particolare quando alla steatosi si associano infiammazione e danno epatocellulare. Questa condizione è denominata “steatoepatite non alcolica” (NASH: non alcoholic steato hepatitis).

A differenza della steatosi epatica è una condizione più grave. In cui il fegato è soggetto a processi infiammatori, di cicatrizzazione e morte dei tessuti (necrosi). Che alterano in modo definitivo la funzionalità dell’organo. È una malattia epatica cronica che può evolvere fino allo stadio di cirrosi epatica e portare ad insufficienza epatica.

Obesità

L’eccesso di zuccheri semplici (glucosio e fruttosio) favorisce lo sviluppo di sovrappeso ed obesità. Come già accennato gli zuccheri semplici in eccesso si accumulano nel tessuto adiposo.

Diabete Mellito di tipo 2

L’eccesso di zuccheri favorisce l’insulino-resistenza. Le cellule non sono sensibili all’azione dell’insulina. L’ormone che dovrebbe ridurre la quantità di glucosio nel sangue e che viene prodotta dal pancreas. Si innesca, nei soggetti predisposti, il circolo vizioso tra glicemia e insulina che porta al diabete. Soprattutto nelle persone obese. Con lo sviluppo della sindrome metabolica e gravi rischi aggiuntivi per la salute del cuore.

Effetti sulla funzione piastrinica

È stato evidenziato che il consumo di bevande energetiche aumenta l’aggregazione piastrinica. Con il rischio di ostruire i vasi sanguigni e, di conseguenza, causare l’infarto del miocardio.

Associazione delle bevande energetiche con alcool

Una moda sempre più diffusa tra i giovani è quella di associare le bevande energetiche con superalcolici. In alcuni casi anche con droghe più o meno leggere.

Questo aumenta la capacità di socializzare, aumenta l’energia e migliora il sapore dell’alcol.

L’effetto stimolante della caffeina è in grado di mascherare l’effetto depressivo dell’alcol e ciò porta il consumatore a sottovalutare il proprio grado di ebbrezza alcolica

Il rischio è che si consumino elevate quantità di alcolici con conseguenze immediate sulla salute del consumatore derivanti dallo stato di ebbrezza.

Aumenta di molto il numero di accessi in pronto soccorso dopo le serate caratterizzate da questo tipo di associazione.

Associazione negli animali da esperimento

Negli animali da esperimento, l’associazione di energy drink e bevande alcoliche produce effetti simili a quelli derivanti dall’assunzione di stimolanti come la cocaina.

Sono questi i preoccupanti risultati di uno studio della Purdue University. Che dimostra come la miscela di alcol e bevande energetiche ha effetti sinergici negativi e duraturi sul cervello. Al punto che alcune conseguenze gravi si ritrovano molto chiaramente nell’età adulta.

Lo studio è stato condotto su un modello animale affidabile, convalidato da tempo e utilizzato in molti studi sulle sostanze d’abuso. Topi di età paragonabile all’adolescenza, sottoposti a dosi di sostanze simili a quelle assunte dai ragazzi.

Negli animali l’assunzione di alte dosi di caffeina e alcol si traduce in un aumento dell’attività motoria, del tutto simile all’effetto ottenuto somministrando cocaina. Decisamente superiore a quello che si vede quando le due sostanze vengono somministrate singolarmente.

Inoltre, nel cervello si nota l’aumento di una sostanza chiamata delta FosB, sempre elevata nei consumatori abituali di droga e associata a modifiche anatomiche di alcune aree cerebrali

Quali sono i benefici di queste bevande

Le motivazioni che spingono i giovani a consumare gli energy drinks sono legate principalmente al miglioramento delle performances a livello sportivo e nello studio.

In particolare sono consumate per:


  • migliorare l’umore, la memoria e la concentrazione
  • migliorare le prestazioni fisiche
  • ridurre la fatica
  • reintegrare le energie perdute in allenamento
  • mantenere l’attenzione

L’assunzione controllata e molto bassa di queste bevande può apportare questi benefici. Il rischio di progressiva assuefazione e cronicizzazione del loro uso è però molto alto. L’assunzione di più di una bevanda al giorno e l’assunzione quotidiana derivante dalla dipendenza porta a tutti gli effetti negativi sulla salute descritti in precedenza.

Cosa abbiamo imparato

E’ sicuramente meglio non assumere bevande come gli energy drink. Il loro eventuale consumo deve essere responsabile e consapevole. Non devono essere assunti da bambini, donne in gravidanza e persone sensibili alla caffeina. Se proprio vi piacciono concedetevene una ogni tanto, una ogni 4-5 giorni. Non di più. Se la voglia aumenta è il momento di troncare definitivamente la loro assunzione.

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