Ciuccio o dito in bocca Quale preferire

Ciuccio e dito in bocca: come comportarsi

Il ciuccio è un oggetto di cui difficilmente si riuscirebbero a fare a meno. E’ tra l’altro molto meglio del dito come mezzo consolatorio. Infatti succhiare per i bambini è un desiderio insaziabile e innato. Stimola il riflesso naturale della suzione. Tale riflesso fa parte dei riflessi neonatali. Cioè di reazioni immediate che il neonato utilizza per difendersi nel nuovo scomodo ambiente in cui si trova dopo la nascita.

Succhiare è infatti fondamentale per alimentarsi. Succhiare il seno della madre o la tettarella del biberon sono essenziali per la sopravvivenza. Tale meccanismo, cos’ importante, è stato associato da madre natura ad una serie di sensazioni piacevoli per il bambino. Infatti le ecografie spesso ci mostrano dei feti che succhiano il pollice nel grembo materno. Succhiare regala al bambino una piacevole sensazione di rassicurazione e conforto. Questo soprattutto in condizioni di stress, durante la notte o in momenti di distacco momentaneo dalla madre. Succhiare fa scaricare la tensione. È per il piccolo un antidoto alla paura e al senso di solitudine. Lo fa sentire sicuro e protetto.

Grazie al seno il bambino prova queste piacevoli sensazioni e si alimenta. Che di per se è un’altra gratificazione. La stessa cosa avviene anche con il biberon. In maniera meno naturale ed appagatoria. La spinta a succhiare non è però soddisfatta dal latte artificiale e in alcuni casi neppure dall’allattamento materno. Hanno succhiato abbastanza latte, ma non hanno succhiato abbastanza. Il piccolo, infatti, chiede il seno o il biberon per nutrirsi ma, anche e soprattutto, perché da esso riceve piacere. In molti casi il bambino ha necessità di calmarsi ed auto consolarsi indipendentemente dai momenti della poppata.

Il ciuccio come alleato

Qui entra in gioco il ciuccio. Negli ultimi anni, ha assunto delle forme che meglio rispettano l’anatomia del palato. E’ sterilizzabile tranquillamente in acqua bollente. Soprattutto non lascia danni al palato e ai denti se tolto in tempo debito. Cioè dopo i due anni.

Si può concederlo senza problemi perché l’appagamento psicologico che il piccolo ne trae succhiandolo è sicuramente positivo. Ci sono però dei comportamenti da evitare. Non intingete mai il succhiotto nel miele o nello zucchero. Così potreste compromettere la salute dei suoi futuri dentini. Favorire lo sviluppo delle carie. Inoltre potreste condizionare il gusto del bambino. Educandolo ad apprezzare solo i sapori dolci. Un’abitudine che si dimostra subito negativa. Perché il piccolo potrebbe rifiutare le normali poppate (al confronto “amare”). Inoltre più tardi, diventare un inguaribile goloso. Il ciuccio può trasformarsi in un pericoloso veicolo di germi se non si segue una attenta igiene. Non mettete voi in bocca il ciuccio per “lavarlo”. La vostra saliva non è sterile anzi, rischiate di trasmettere qualche infezione, soprattutto se siete raffreddati.

La migliore alternativa al dito

L’uso precoce del ciuccio potrebbe evitare che il piccolo inizi a succhiarsi il dito pollice. Infatti è molto facile che il neonato scopra che uno dei piccoli piaceri della vita è proprio nelle loro mani. Facilmente raggiungibile, a portata di “mano”. Che soddisfa il suo bisogno di consolazione innato.

I danni del dito in bocca

Purtroppo il tanto amato pollice, è capace di creare molti danni. I bambini non solo lo succhiano, ma tendono a spingerlo contro il palato esercitando una pressione non indifferente. Pressione capace di alterare la crescita dell’arco palatino. Con il passare del tempo è quasi sicuro che si possa sviluppare una malformazione dell’arcata dentaria. Quando il bambino è piccolo le ossa della mandibola e della mascella sono dotate di particolare elasticità. Che permette uno schiacciamento delle stesse con conseguente deformazione e crescita scorretta dei denti. l pollice spinge i denti in fuori.

Il vizio prolungato di succhiare il pollice, inoltre, può essere causa di infezioni al dito stesso. A causa dei microbi che attecchiscono in una zona di pelle ormai macerata e senza difese. Inoltre il bambino che succhia introduce facilmente aria nello stomaco con conseguente meteorismo e coliche addominali.

Succhiare il dito dopo i 4 anni è un motivo per iniziare a pensare all’ortodontista. Soprattutto se il bambino ha già una arcata superiore sporgente. Il pollice viene forzato contro la parte interna dei denti incisivi superiori causando un morso alterato e altre possibili malocclusioni dentali. 

Togliere il vizio

Il ciuccio è preferibile al dito anche perché molto più facile da togliere come vizio alla giusta età. Quando si inizierà a togliere il ciuccio ci saranno momenti di tensione. Ma il piccolo troverà molto più facilmente un altro metodo per rilassarsi. Spesso con un pupazzetto o una copertina. Con il dito è molto più difficile. È una parte del suo corpo. Non si può far sparire come il ciuccio. E mentre non si è mai visto un bambino alle medie con il ciuccio, si è visto uno che si succhia il dito.

Per cercare di eliminare questo vizio è del tutto inutile e dannoso intervenire imponendo con violenza al piccolo di smettere. Non farebbe che accrescere il suo bisogno di consolazione e la necessità di soddisfarlo soltanto attraverso se stesso.

Normalmente, quando il bambino inizia a frequentare la scuola, perde il vizio di succhiare il pollice spontaneamente. Perché, capita spesso, che venga preso in giro dai compagni. O rimproverato dalla maestra. Ma, quando la decisione di smettere non è autonoma, deve essere sostenuta dai genitori.

Che possono essere di aiuto cercando innanzitutto di distrarre il piccolo con giochi ed attività che gli tengano impegnate le mani. Offrite voi delle alternative al succhiare. Per esempio: il dondolo, i massaggi, i giochi o il canto. Il bambino fin da subito viene a conoscere che ci sono altri modi per trovare conforto oltre al pollice. In seguito lui stesso cercherà alternative alla gratificazione orale. Fate in modo che tenga il pollice occupato soprattutto quando lui è annoiato. Quando vedete il pollice dirigersi alla bocca, distraetelo e reindirizzatelo in un’attività che mantiene entrambe le mani occupate. Aumentando pian piano gli intervalli di tempo in cui il piccolo non ha la possibilità di portare il dito alla bocca.

Un ottimo incentivo è poi quello di stabilire una serie di premi commisurati al raggiungimento degli obiettivi. Se il piccolo riesce a smettere per una settimana verrà premiato con un regalo. Se riesce a smettere per un intero mese il regalo sarà più grande. Attenzione però, i premi non dovranno consistere in denaro o giocattoli ma soltanto in ricompense morali. Come una passeggiata insieme nel suo parco preferito o tante coccole.

Cercate di sostituire l’attività consolatoria del succhiare il pollice anche con altri oggetti. Un orsacchiotto così grande che dovrà avvolgere le mani intorno ad esso. Mettetelo a letto con le mani occupate con un libro o un giocattolo, cantate ninne nanne e fate ascoltare della musica. Se si sveglia la notte lasciatelo giocare.

E’ importante inoltre evitare di intervenire proprio quando il bambino attraversa una fase di cambiamento e stress. Come per la nascita di un fratellino o per l’inserimento al nido o all’asilo.
In questi casi sarà necessario assecondare la sua necessità di succhiare e rimandare i tentativi a quando la soddisfazione del suo bisogno di consolazione sarà divenuta meno impellente. Magari durante le vacanze. Cercate di mantenere la vostra e la sua vita calma. In questo modo, anche se userà il pollice per aiutarsi a rilassare, imparerà che se l’ambiente familiare è rilassato il pollice non serve.

Addio anche al ciuccio

Anche il ciuccio va tolto dopo i due anni. Sebbene provochi danni minori rispetto al dito anche il ciuccio alla lunga crea disturbi ai denti e all’arcata dentaria.

Pianificate l’addio in un periodo in cui il bambino è calmo e spensierato, per esempio durante le vacanze. Consentite al bambino il succhiotto solo in casa. Poi restringete progressivamente i momenti in cui può usarlo. Fino ad ammettere il ciuccio solo per andare a dormire.

Preparatelo al cambiamento. Tre giorni possono essere sufficienti: i bambini si abituano meglio ai cambiamenti quando sono ben preparati all’idea. Usate le parole giuste, un tono calmo e rassicurante. Evitate espressioni colpevolizzanti e paragoni con altri bambini. Ditegli semplicemente: “Ora sei grande e pronto per lasciare il ciuccio”. Deve suonare come un’informazione di ciò che avverrà e non come l’annuncio di un evento. Anche per il ciuccio può essere utile associare il suo addio ad una ricompensa. Raccontategli che porterete il succhiotto di un centro di riciclo plastica e si trasformerà in un gioco nuovo. Un regalo per lui. Oppure raccontategli la storia della fatina dei ciucci.

Sulla falsariga della fatina dei dentini che porta un soldino per ogni dentino da latte, è sempre più in voga anche la magica sorella. La fatina dei ciucci, una creatura dolce e generosa come quelli dei denti.  Occorre appoggiare tutti i succhiotti con un bel fiocco colorato sul davanzale di una finestra (o sul balcone). Di notte arriverà la fatina che li porta via per consegnarli ai bimbi più piccoli che ne hanno davvero bisogno, lasciando, però, un regalino. Riuscirete così ad avvolgere questo passaggio in una dimensione magica e fiabesca. Provate e, ovviamente, modificate e arricchite la storia per renderla più affascinante ed efficace per il vostro bambino.

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