Infezioni delle vie urinarie sintomi, diagnosi e terapia

Infezioni delle vie urinarie: sintomi, diagnosi e terapia

Le infezioni delle vie urinarie sono tra le infezioni batteriche più frequenti, soprattutto nei bambini.

Più il bambino è piccolo e più non è semplice capire che ci troviamo di fronte ad una di queste infezioni.

Nell’adolescente e nell’adulto i sintomi ci fanno subito pensare alle vie urinarie.

Impellente bisogno di urinare, bruciore alla minzione sono segni tipici. Nel piccolo bambino invece i sintomi sono spesso aspecifici.

Per esempio il bambino non mangia e ha dei vomiti.

Le vie urinarie

La loro funzione è quella di eliminare l’urina prodotta dalle reni.

Iniziano infatti dai reni. Con i calici renali che vanno a formare il bacinetto.

Da qui parte l’uretere che sbuca nella vescica.

L’ultimo tratto che va dalla vescica all’esterno è costituita dall’uretra. (Vedi immagine)

Calici renali, bacinetto ed uretere costituiscono le alte vie urinarie.

Vescica e uretra la basse vie urinarie.

Infezioni delle vie urinarie

Infatti le infezioni delle vie urinarie vengono distinte in infezioni delle basse vie urinarie e delle alte vie urinarie.

Le più frequenti sono le infezioni delle basse vie urinarie che interessano uretra e la vescica. Di solito si parla di cistiti.

Mentre nelle infezioni delle alte vie urinarie i batteri risalgono dalla vescica fino all’uretere e al bacinetto renale.

Interessano anche il rene. Si chiamano pielonefriti.

Le pielonefriti sono caratterizzate da febbre alta e persistente.

Maschi e femmine

La frequenza delle infezioni delle vie urinarie è diversa a seconda dell’età e del sesso del bambino.

Sotto i 45 anni interessa circa il  3-6% dei bambini.

Dopo i due anni sono 4-5 volte più frequenti nelle ragazze rispetto ai coetanei maschi.  

Questo perché nel sesso femminile l’uretra è più corta e meno tortuoso.

I batteri raggiungono più facilmente la vescica.

La causa

Il principale responsabile delle infezioni delle vie urinarie è l’Escherichia coli (E. coli).

Sia nei maschi che nelle femmine è responsabile del 90% di queste infezioni.

Altri batteri che possono determinarle sono: il Proteus, la Klebsiella e lo Pseudomonas aeruginosa.

Per quanto riguarda i virus, l’Adenovirus tipo 2 è responsabile della cistite acuta emorragica.

Un’infezione che guarisce da sola. Si presenta dolore alla minzione, aumento della voglia di urinare e sangue rosso vivo nelle urine.

Interessa soprattutto adolescenti ed adulti.

Come già accennato i batteri partono dai genitali esterni e risalgono le vie urinarie partendo dall’uretra.

Questi batteri sono di solito presenti nella flora intestinale.

I batteri, favoriti dalla defecazione e dalla scarsa igiene, risalgono dal retto nell’area intorno all’ingresso dell’uretra.

Quindi la imboccano e arrivano alla vescica. Nella vescica si moltiplicano e possono risalire l’uretere fino al rene.

Questa strada è resa più facile sia dal tipo di battere che dalle condizioni del bambino.

L’Escherichia coli riesce facilmente a fare questa strada perché è dotato di piccolissime ventose, chiamate fimbrie, grazie alle quali si attacca alle cellule che tappezzano le vie urinarie e le risalgono.

Fattori che favoriscono le infezioni delle vie urinarie

Vi sono diverse condizioni che favoriscono  la risalita dei batteri lungo le vie urinarie.

In primo luogo le malformazioni delle stesse vie urinarie. Vi possono essere delle malformazioni anche piccole che interessano la vescica e soprattutto l’uretere e il bacinetto renale.

Queste fanno si che l’urina ristagni nella vescica e risalga lungo l’uretere raggiungendo in alcuni casi il rene.

Sono le diverse forme di reflusso vescico-ureterale.

Queste malformazioni fanno si che spesso le infezioni delle vie urinarie si ripetano numerose volte, mettendo a rischio il funzionamento del rene.

Anche le infezioni da ossiuri e la candida vaginale favoriscono queste infezioni.

La stipsi provoca spesso uno svuotamento incompleto della vescica.

E’ un’altra condizione che favorisce le infezioni delle vie urinarie.

Una scarsa assunzione di liquidi e minzioni poco frequenti, come spesso si osserva nei bambini, causano insufficiente flusso urinario.

Ristagno delle urine nella vescica  e rischio di infezioni.

Spesso infatti i bambini non “possono” fare la pipì perché “devono” giocare.

Ricordiamoci che bisogna far fare la pipì ai bambini ogni 2-3 ore.

I sintomi

Abbiamo già accennato alla diversa sintomatologia a seconda dell’età del bambino.

Nel neonato una infezione delle vie urinarie può presentarsi con un quadro grave. Il bambino non sta bene, ha la febbre alta che passa e ritorna.

Rifiuta il latte, vomita e può disidratarsi. I sintomi possono essere però il più delle volte molto poco evidenti.

Soprattutto nei primi anni di vita il bambino non mangia, è irritabile, ha qualche vomito, può non presentare febbre.

Cresce poco, presenta urine con odore cattivo.

In alcuni casi ci può essere solo febbre.

Nel bambino più grande (seconda e terza infanzia) la sintomatologia è più specifica.

Comincia a presentarsi il “bruciore alla minzione”, dolore addominale, enuresi ( perdita di urine durante la notte).

Difficoltà alla minzione, voglia frequente di fare pipì.

Oppure il bambino trattiene le urine.

Può comparire sangue nelle urine. Febbre, pallore e malessere generale.

Diagnosi

Nei primi anni di vita può non essere semplice capire che il bambino abbia una infezione delle vie urinarie. Sia per i sintomi molto aspecifici.

Poi perché la diagnosi richiede come primo passo la raccolta di un campione di urine non contaminato.

Cosa facile in un bambino di 5-6 anni. Ma non semplice in bambini più piccoli.

E’ però molto importante capire che ci troviamo di fronte ad una infezione delle vie urinarie.

Il ritardo nella diagnosi e quindi nella terapia può causare la risalita dei batteri fino al rene. Provocando danni permanenti allo stesso rene.

Una prima indicazione può venire dallo stick delle urine.

Cioè dall’utilizzo di strisce di plastica con piccoli quadratini di carta, pads imbevuti di reagenti chimici per determinate sostanze.

S’immerge la striscia nelle urine per non più di 1 secondo. Quindi vengono valutati i cambi di colore dell’area reattiva con quelli di una scala colorimetrica di riferimento.

Si ha così la possibilità di individuare i soggetti che hanno un’alta probabilità di avere in corso un’infezione delle vie urinarie.

E’ sempre meglio che questo test venga eseguito dal pediatra di fiducia.

Se questo test è positivo si raccolgono le urine per l’esame urine e l’urinocoltura.

Con l’esame urine si individuano sostanze presenti nelle urine quando è in corso un’infezione.

Mentre con l’urinocoltura si isola il battere e si sa a quali antibiotici è sensibile.

Il problema a questo punto è come raccogliere le urine per eseguire i test che abbiamo descritto.

Come si raccolgono le urine

Ci sono 3 modalità di raccolta delle urine nei bambini: il cateterismo vescicale, il mitto e l’applicazione del sacchetto perineale.

Il cateterismo consiste nell’inserire nell’uretra un catetere vescicale e raccogliere da lì le urine. Questa procedura è utilizzata in casi particolari e in ospedale.

Il metodo del mitto consiste nel far fare la pipì al bambino e nel raccogliere non le prime urine emesse ma quelle intermedie.

Va effettuata una pulizia dei genitali esterni prima di raccogliere le urine. Per non avere contaminazioni.

Se il bambino non sa controllare l’emissione di urina, perchè troppo piccolo, non resta che l’applicazione del sacchettino perineale.

Con questo si possono raccogliere le urine per eseguire lo stick urine. Si può raccogliere anche le urine per l’esame urine e l’urinocoltura.

Anche se il rischio di contaminazione per questi esami è alto.

Si dovrebbe sempre cercare di eseguire l’esame urine e l’urinocoltura da mitto.

Istruzioni per la  raccolta di urine con sacchetto

Per raccogliere le urine con il sacchettino è necessario seguire le seguenti istruzioni:


  • Utilizzare un blando detergente per pulire accuratamente la zona genitale senza sfregare e con movimenti diretti sempre dall’avanti all’indietro
  • Asciugare tamponando
  • Applicare il sacchetto (esistono modelli differenti per maschio o femmina)
  • Se il bambino urina entro mezz’ora, staccare il sacchetto e raccogliere l’urina nella provetta (meglio se aspirandola con l’ausilio di una siringa sterile), oppure consegnare direttamente il sacchetto contenente l’urina entro un’ora dal prelievo
  • Se dopo mezz’ora il bambino non ha ancora urinato, staccare il sacchetto, buttarlo via e applicarne uno nuovo, ripetendo le operazioni precedentemente descritte.
  • Consegnare il campione entro 1 ora; se fosse necessario più tempo, conservalo in frigorifero per non più di 4 ore

Un consiglio pratico è quello di allattare il bambino appena sveglio per idratarlo.  Verosimilmente ha già prodotto la prima minzione durante il risveglio.

Se l’attesa dovesse protrarsi più del dovuto, si consiglia di bagnare i piedini o la zona sopravescicale con acqua tiepida. Questa manovra stimola la minzione.

Riassunto per la diagnosi

Nel sospetto di un’infezione delle vie urinarie il primo passo è eseguire lo stick delle urine. Se è negativo possiamo escludere l’infezione.Se è positivo o dubbio, è indispensabile un’urinocoltura per la conferma della diagnosi e della terapia specifica.

La terapia

Abbiamo visto come un ritardo nella terapia possa mettere a rischio il rene del bambino.

E’ indispensabile iniziare la terapia antibiotica il prima possibile.

L’indicazione è quella di iniziare la terapia quando vi è il sospetto dopo la positività dello stick urine.

Prima di iniziare la terapia antibiotica bisogna aver raccolto le urine per l’urinocoltura.

Il pediatra di fiducia inizia quindi la terapia antibiotica prima dell’esito dell’urinocoltura che richiede qualche giorno.

Quando poi arriverà l’esito dell’urinocoltura se necessario il pediatra provvederà a cambiare l’antibiotico sulla base dell’esito stesso.

Altri esami

Dopo la seconda infezione delle vie urinarie diagnosticata con urinocoltura è indicata l’esecuzione di un’ecografia delle vie urinarie per escludere malformazioni urinarie.

Soprattutto il reflusso vescico-urinario. Cioè la risalita delle urine dalla vescica al rene.

In caso si ripresentino infezioni delle vie urinarie diventano necessari altri esami quali: cistografia e scintigrafia.

Ricovero

In alcuni casi è indicato il ricovero del bambino:


  • neonato e lattante inferiore ai 90 giorni di vita
  • quadro clinico severo (febbre alta, disidratazione, vomito)
  • mancato sfebbramento dopo 3 giorni di terapia antibiotica

Cosa abbiamo imparato

Le infezioni delle vie urinarie sono molto frequenti. Sono difficili da diagnosticare nei bambini piccoli.

Se non diagnosticate e non trattate in maniera giusta possono danneggiare il rene.

In caso di sospetto si raccolgono le urine e si esegue lo stick delle stesse.

Se lo stick è positivo prima di iniziare la terapia antibiotica è necessario raccogliere le urine anche per eseguire l’esame urine e l’urinocoltura con antibiogramma.

La terapia è una terapia antibiotica per 7-8 giorni.

Se le infezioni delle vie urinarie si ripetono è necessario sottoporre il bambino ad ulteriori indagini. Dobbiamo escludere malformazioni delle vie urinarie.

Ricordiamoci che i bambini spesso si dimenticano di fare pipì, ogni due o tre ore invitiamoli a farla.

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